venerdì 5 gennaio 2018

I fondali marini del Giappone


Nel 1995 un appassionato subacqueo esplorò la zona meridionale del tratto oceanico che bagna l’isola giapponese di Okinawa. Giunto al quindicesimo metro di profondità, con grande sorpresa, si trovò dinanzi ad una struttura artificiale in pietra. L’indomani la notizia del ritrovamento del monolite fu sulle prime pagine dei quotidiani giapponesi. Naturalmente, come accade sovente nei casi di ritrovamenti spettacolari, non vi era accordo tra cronisti e studiosi se si trattasse di opera umana oppure di effetto naturale. Attratti dal fascino della certezza di imbattersi in nuove scoperte sottomarine, dopo alcuni anni gruppi di esperti si dedicarono all’esplorazione dei fondali oceanici. La loro lungimiranza fu premiata dal ritrovamento di svariati siti archeologici, già dalla profondità di sei metri. Strutture architettoniche d’identica fattura al Castello di Okinawa edificio sito nella terraferma, adibito a luogo di culto fin dal 1000 a.C., ma ben più antico.

Non si conoscono i costruttori di questo luogo né la cultura progettista, ma tra gli abitanti dell’isola sopravvivono molte superstizioni. Scartata l’ipotesi primaria che le costruzioni sottomarine potessero essere state edificate nel periodo del secondo conflitto mondiale e poi dimenticate si è ipotizzato, non senza creare un vespaio di critiche, che quanto giace in fondo al mare possa essere ciò che rimane dell’ipotetico continente sommerso di Lemuria (o anche detto Mu).


Lemuria è il nome di una terra presunta di cui non è certo neppure il nome (alcuni identificano questo continente col nome Mu, altri credono che Mu sia un ulteriore continente scomparso) che si sarebbe trovato nell’oceano Pacifico o in quello indiano. Altri sostengono potesse racchiudere il tratto di mare che dal Madagascar arriva fino al Pacifico passando per l’Oceano Indiano: le terre presenti in questo spazio non sono altro che le spoglie di questo enorme continente inabissatosi nella notte dei tempi. La memoria di questa terra sopravvive grazie agli scrittori dell’occulto che, pur variando su temi e contesti, sono concordi sul fatto che un cataclisma fece sparire questo continente.

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