Nell’anno 2012 la “Ocean
Team X”, che si occupa dell’avvistamento di relitti marini nelle profondità
del Mar Baltico. si è imbattuta in una scoperta che ha dell’inspiegabile: un
oggetto adagiato sul fondale, del diametro di 180 metri, altezza dodici metri, spesso
otto metri, sormontato alla base da una cupola del diametro di 60 metri con altezza
di 4.
La struttura è circondata da dei comignoli fuligginosi, e ha
una scia che corre per quattrocento metri. Stefan Hogenborn, sommozzatore dello
staff con più di seimila immersioni alle spalle sostenne, sbalordito, di non
essersi mai trovato dinanzi ad una cosa
del genere. Allo stato dei fatti non si può affermare quale sia la natura
dell’oggetto. Di creazione umana o geologica? Sopratutto, se fosse qualcosa di non terrestre?
Percorrendo la via degli indizi potremmo sfatare lo
scetticismo, che si è naturalmente creato in merito all’ultima ipotesi. La
notizia del ritrovamento di quest’oggetto non ha avuto largo seguito, vista la
particolarità nel suo genere. Come mai i governi degli stati che si affacciano
sul Mar Baltico, non hanno approfondito lo studio del reperto dal punto di
vista geologico, insistendo essi stessi sull’attribuzione di tale natura
all’oggetto? Come può una struttura di formazione geologica avere una forma
perfettamente liscia, curva ed al suo interno dei corridoi?
Soprattutto, come può uscire del fuoco da una pietra? Tra le
ipotesi che riguardano l’origine dell’oggetto non identificato, volendo sorvolare
sull’attribuzione della natura extraterrestre, e nello specifico di una nave spaziale
inabissatasi, c’è chi sostiene che possa trattarsi di una nave progettata nel diciannovesimo
secolo da Andrew Popov. Questa, sarebbe stata destinata ad essere una perfetta piattaforma
per artiglieria, rivelatasi poi un fiasco. Altri sostengono possa essere un bunker
costruito dai russi, magari in tempi non troppo lontani.
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