Michel De Nostredam fu un uomo borghese del 1500. Figlio del
notaio della città, brillante medico, con carità cristiana si adoperò alle cure
dei malati di peste, morbo fatale che lo privò di moglie e figli. Le sue
seconde nozze segnarono l’inizio di una vita completamente diversa, dedicata ad
astrologia, matematica ed alchimia, scienze a cui era stato iniziato dal nonno,
il quale gli insegnò l’uso della cabala ebraica, che a suo dire gli permise,
unitamente alla conoscenza delle scienze, l’anticipazione del futuro.
Le sue profezie furono numerosissime e coinvolsero
personaggi storici del medioevo, tra cui Caterina De Medici, moglie di Enrico
II re di Francia, la quale ricevette dal profeta le cure per combattere la
sterilità, non avendo ancora dato un erede dopo undici anni di matrimonio.
Grazie a Nostradamus ebbe dieci figli.
Nostradamus sosteneva di entrare in uno stato di trance che
lo conduceva alla chiaroveggenza, permettendogli di vedere immagini del futuro,
come se fossero immerse in un recipiente d’acqua. La predizione si basava anche
sulla ciclicità del tempo, infatti, a suo dire, il sole e le stelle seguono dei
percorsi fissi, affinché si crei una sorta di ripetersi di eventi identici tra
loro.
Le visioni sul futuro del mondo vennero racchiusi ne “Le
Profezie” raccolte in gruppi di cento per ogni libro, con previsioni in ordine
sparso fino all’anno 3797. L’opera fu redatta con uno stile criptico ed
ermetico, dalla difficile interpretazione, affinché la Santa Inquisizione non
lo condannasse al rogo come eretico. La rivelazione che rese il profeta
popolare riguardò la morte di Enrico II di Francia: ”Il giovane leone dominerà il vecchio / in campo bellico a singolare
duello / in gabbia d’oro gli occhi gli spaccherà / due ferite una, poi morire,
morte crudele.”
Il re morì quattro anni più tardi dal pronostico, in
occasione del matrimonio della figlia maggiore Elisabetta con il re di Spagna
Filippo II, nello svolgersi dei tornei di cavalleria, Enrico II, indicato nella
profezia come il leone, (segno astrologico della Francia e del suo re), fu
ferito da una scheggia che oltrepassò l’elmo d’oro, conficcandosi nell’occhio.
La scheggia si staccò allo spezzarsi della lancia del leone araldico della
Scozia, sotto il cui blasone combatteva il conte di Montgomery, dodici anni più
giovane di Enrico II. Due ferite fatali: frattura del cranio ed occhio
trafitto. Il sovrano morì tra atroci sofferenze maledicendo il profeta.
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